9 luglio 2017 CANTIERE OBERDAN h. 16.00 – h. 18.00 – h. 21.30
Performance partecipativa
Ideazione e realizzazione Dynamis
La performance si interroga, attraverso un gioco con spettatori volontari, su l’uso dell’unità di misura metro quadro. Quale è il confine che intercorre tra umano e disumano nelle declinazioni della nostra quotidianità?
Partendo da alcuni casi di naufragio nel Mediterraneo la performance è costruita attorno ad una proporzione tra superficie e persone coinvolte. Le sequenze sceniche, sviluppate come le regole di un gioco, invitano le persone ad abitare lo spazio.
La performance partecipativa m2 si interroga pragmaticamente sull’unità di misura da cui prende nome, il metro quadro, svelando alla fine le possibili sfumature, al limite tra umano e disumano, che quotidianamente assume. Il pubblico è l’essenza stessa della performance, la matrice dell’azione che si orchestra, attraverso semplici istruzioni veicolate da un’hostess e da uno stuart, in un gioco collaborativo tra sconosciuti.
Partendo da stime dedotte da casi reali presi ad esempio la performance si sviluppa attorno ad una proporzione in scala, tra superficie circoscritta e persone coinvolte.
DATI GENERALI:
Il resoconto annuale dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) del giugno 2015 attesta che nell’ultimo anno circa 60 milioni di persone sono state costrette a migrazione forzate per sfuggire a scenari di guerra. Dieci anni fa i migranti erano 22 milioni di meno. Di questi, circa 38,2 milioni sono sfollati interni, cioè persone che fuggono dalle proprie case, ma restano all’interno dei confini della loro nazione. Un milione e 800 mila sono i richiedenti asilo, coloro che presentano domanda per ottenere lo status di rifugiato, quasi 20 milioni i rifugiati in senso stretto (compresi i 5 milioni di palestinesi).