OLEANNA di David Mamet
Residenza teatrale dal 25 maggio al 09 giugno 2019 a La MaMa Umbria Internatioanl
L’idea per una nuova messa in scena italiana di Oleanna nasce dall’incontro di Elisa Menchicchi, attrice romana, con Emiliano Bronzino. Il regista piemontese ha avviato da anni una serie di incontri di indagine sull’opera e la parola di David Mamet: insieme condividono la volontà di proporre una visione profondamente ambigua e appassionante del testo. Nel 1992 David Mamet, durante il caso di Anita Hill che accusò il giudice Clarence Thomas di molestie, scrive per il teatro “Oleanna”, che porterà lui stesso sul grande schermo due anni dopo nel 1994. John, è un brillante professore universitario che riceve nel suo studio Carol, una studentessa scontenta,
convinta della propria stupidità. L’insegnante cerca di essere comprensivo, di aiutarla; preso da problemi personali (l’acquisto di una nuova casa) finisce col fare qualche affermazione potenzialmente ambigua. Una conversazione “normale” si trasforma in una vera e propria accusa: maschilismo, razzismo, molestie sessuali. Il professore, impotente, assiste al ribaltamento del proprio status, allo stravolgimento delle proprie certezze, di quelle sicurezze su cui ha costruito la propria vita: gli affetti, una certa agiatezza, il lavoro (è infatti in attesa dell’assegnazione della cattedra per cui ha lavorato duramente nel corso degli anni). Una scena sempre uguale per tutti e tre gli atti. Un’;allieva e un professore all’interno di un sistema dell’istruzione (in inglese “EDUCATION”) che promuove, blocca, premia, fa indietreggiare, spinge, giudica, istruisce, zittisce, etichetta. Un testo che inchioda. dove le due parti si scambiano e si invertono. Dove i due scendono e salgono nelle loro posizioni più o meno consapevolmente. Grazie a un uso magistrale della parola, della bugia o del semplice vissuto personale Mamet taglia in due un’analisi della dinamica del potere, del controllo. Più in generale sviscera il concetto di verità, di vicende presunte accadute un’aula scolastica bloccandoci all’interno di un ring di pugilato dove le due voci sono in un apparente perfetto equilibrio. Monosillabi di lei, affondi di lui, tirate di lei, sospensioni di lui. Un avvicendarsi alternato di sali scendi alla ricerca di una risoluzione. Attraverso un “banale” episodio che tocca due generazioni, due ruoli, i due sessi. Più attuale che mai oggi questo testo, durante nuovi “casi” di “sexual harrassment”, di violenza, di mobbing che fanno il giro del mondo in tutte le sfere della società.
Compagine artistica: Francesco “Bolo” Rossini, Elisa Menchicchi
Regia Emiliano Bronzino
Assistente alla regia Samuele Chiovoloni
Emiliano Bronzino Torino classe 1974 direttore artistico del Festival Asti Teatro e regista teatrale riconosciuto a livello nazionale e internazionale, si è formato alla Scuola dello Stabile di Torino dove si diploma nel 1995 con lo spettacolo Qualcosa di vero dev’esserci per la regia di Luca Ronconi. Collabora come regista assistente con Ronconi, in circa trenta produzioni, e si forma lavorando con molti altri registi, tra cui Robert Carsen, Myriam Tanant, Guido Ceronetti, Massimo de Francovich, Juli Leal, Glauco Mauri. DopoTorino inizia a lavorare con il Teatro di Roma, dove tra gli altri partecipa agli spettacoli Verso Peer Gynt e I fratelli Karamazov, Diario Privato, Le Cugine. Successivamente inizia una collaborazione con lo Stabile dell’Umbria, dove lavora in Diario di una cameriera, Che farai fra’ Jacopone. Infine nel 2002 inizia un percorso con il Piccolo Teatro di Milano che continua ancora adesso, dove oltre ad essere regista assistente in molte produzioni di Ronconi, firma lui stesso diverse regie diventando uno dei registi giovani di riferimento per le produzioni del Piccolo, alcuni dei suoi spettacoli che nascono da questa collaborazione sono: Alice nel paese delle meraviglie, Sei Personaggi in cerca d’Autore, Diario di Famiglia, Alice 2.0 e nel 2015 Bella e Fiera. Dal 2002 collabora con l’INDA dove partecipa a diverse produzioni, Baccanti, Prometeo Incatenato, Le Rane, Edipo a Colono, Aiace, Edipo Re, e nel 2010 firma una Lisistrata nella stagione del teatro Greco di Siracusa. Dal 2011 porta avanti un percorso artistico con la Fondazione TPE Stabile di Innovazione a Torino, dove assieme al direttore Beppe Navello ha formato una compagnia che lavora in maniera continuativa, e ha firmato tra gli altri spettacoli come Zio Vanja, e Woyzeck, Tre Sorelle tutti riconosciuti da critica e pubblico. Nel 2016 partecipa al progetto I tre moschettieri di cui firma la regia dell’ultima puntata. Contemporaneamente si dedica all’insegnamento e alla formazione degli attori, tenendo stage e corsi di recitazione e interpretazione, collaborando tra gli altri con l’Accademia dell’INDA, la Scuola del Piccolo Teatro di Milano. All’estero ha tenuto stage presso la Shanghai Theater Academy in Cina, la ENSAT de Lion, l’Istitut del Teatre de Barcelona, ESAD de Valencia, la Escuela del Actor Valencia.